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Il Marinelli sul Pal Piccolo

studenti del Marinelli sul Pal Piccolo

“La montagna è una delle vie da percorrere
per sfuggire al riscaldamento globale.
Insieme alle tecnologie sostenibili,
all’efficienza energetica e a una vita
più contemplativa e meno competitiva”

(Luca MERCALLI, Salire in montagna, Einaudi 2020)

Gli ultimi giorni dell’anno scolastico che si avvia alla conclusione sono stati l’occasione per una uscita didattica molto particolare. Trentacinque tra studenti e studentesse di alcune classi Quarte del nostro Istituto, sotto l’occhio vigile ed esperto dei proff. De Clara, Francescut e Bergomas, hanno raggiunto, dopo un’appagante camminata, la vetta del monte Pal Piccolo, nelle Alpi Carniche. L’escursione aveva l’obiettivo di costruire e condividere – attraverso un percorso esperienziale – una mappa mentale dei luoghi che, nel corso della Grande Guerra, sono stati teatro di scontri fratricidi tra le truppe alpine e quelle austro-ungariche. Il possesso del passo di Monte Croce Carnico – sul quale il Pal Piccolo affaccia e dal quale è partita l’escursione – era infatti strategico per i due eserciti contrapposti: dal maggio 1915 all’ottobre 1917 sulle vette circostanti e su tutta la linea dello spartiacque alpino vi sono stati aspri combattimenti per contendersi qualche palmo di terreno in condizioni al limite dell’umano.

Gli studenti e le studentesse hanno risalito la montagna seguendo mulattiere e sentieri antichi spesso scavati nella roccia e contesi ai burroni, ripercorrendo le orme degli alpini, dei kaiserjäger e delle portatrici, la cui singolare vicenda era stata brevemente raccontata durante il viaggio in pullman. In cima poi, tutti hanno potuto apprezzare l’importante lavoro di salvaguardia e di ricostruzione filologica realizzato dai tanti volontari che negli anni hanno ripristinato le trincee, i camminamenti, i posti avanzati, gli osservatori e il Trincerone italiano. Vivere “la storia nei luoghi della storia” è stata per molti un’esperienza nuova e interessante. Viverla assieme, poi, facendo fatica e camminando per raggiungere in gruppo una meta, aspettando ed incitando chi arrancava e frenando i più baldanzosi, lo è stata ancora di più.

Al rientro, una breve sosta a Timau/Tischlbong per una visita all’Ossario dove sono raccolti i resti di oltre 1700 morti in guerra è stata l’occasione per chiudere il cerchio e trasferire l’esperienza della giornata nei cassetti preziosi della memoria.

(alcune foto: courtesy of Lucio Bergomas)

 
Destinatari: 
Docenti
Famiglie
Studenti